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Si! Proprio così. Siamo nel 2019 e stiamo ancora quì a discutere di un mostro. Un mostro che sembrava essere definitivamente sconfitto, scacciato da questa nostra società contemporanea alla quale si è giunti dopo non pochi sacrifici, due guerre mondiali, centinaia di rivolte e rivoluzioni. Ma forse questa altro non è che una visione fin troppo ottimista di questo nostro nuovo mondo; Un’interpretazione oramai poco realistica e troppo abbagliata dalle luci di una libertà che fin troppe volte negli ultimi tempi è andata sostituendosi con una strana forma di libertinaggio, di ignoranza, oserei dire di finta conoscenza e nuove forme di revisionismo spocchioso diffuso, diffusissimo grazie anche al veloce progresso tecnologico a cui stiamo assistendo inermi.

Eppure il mostro è ancora tra di noi, ben intrecciato tra le trame della nostra vita privata e pubblica, tra i post della nostra nuova casa virtuale, le famigerate home page, che sguazza e si rafforza nutrendosi di quegli stessi elementi che decenni fa lo resero così forte da diffondersi con potenza per mezza Europa e non solo.

Allora perché continuare a far finta di niente?

Perché continuare a ripeterci che esso vive nel passato e che mai potrebbe tornare in questo nostro presente così vario?

Perché continuare a sottovalutarlo, a sminuirlo, a non temerlo?

Il fascismo c’è. Il fascismo dilaga di nuovo, ancora.

Com’è possibile negarlo?

Il mostro si sta ripresentando a noi. Certo! Magari lo sta facendo silenziosamente (non troppo) e viscidamente sotto nuove e inedite forme, utilizzando nuovi mezzi scintillanti, ridando nuovi e distorti significati a termini che fino a qualche tempo fa neanche utilizzavamo. Ora, qualcuno mi potrebbe dire che vuol dire essere buonista? Che cosa significa radical chic? Chi avrebbe mai utilizzato l’appellativo “sinistroide” o “sinistrato” pochi decenni fa? Ebbene si!

Ogni mattina ci svegliamo e quasi automaticamente ci catapultiamo all’interno di questa nostra nuova quotidianità utilizzando sempre di più il pollice per scorrere un aggeggio colorato che il cervello per pensare. Strano, credo anche prevedibile, ma lo strabiliante progresso tecnologico che ci ha investiti e che per anni ci ha accecati elevando alle stelle i nostri ego, racchiude in sé un ben peggiore lato oscuro che in molti non temevano, che in troppi non temono ancora e che ci sta cambiando lentamente ma inesorabilmente in peggio.

Cambiano dunque i mezzi, i veicoli grazie ai quali un’ideologia si diffonde, ma non i mostri del nostro passato, per lo meno non i loro veri volti; E quello del fascismo e delle sue contorte idee e interpretazioni ce lo ritroviamo davanti ogni mattina quando si utilizza quel maledetto pollice per leggere e addentrarsi in questa nuova rete di informazioni, di notizie, di libertà… Anzi di libertinaggio sfacciato, egoista, denso di paura, rabbia repressa e incertezza cronica.

“Quando c’era lui l’Italia era un paese forte!”                                                                              “Il duce ha costruito ponti, opere maestose!”                                                                     “L’Italia agli italiani!”

C’è fascismo in queste frasi. C’è il mostro che ci colpisce nello stomaco.

Ma lo fa con calma, con lentezza, distorcendo la percezione di una realtà sempre più alterata, approfittando della scarsa memoria storica, mischiando le carte in tavola, ricostruendo fatti storici per intero a proprio comodo fino a conquistare centinaia di menti, fino a far venire fuori una rabbia e una forma di pseudo-patriottismo estremo totalmente ingiustificato, rancoroso, falsamente rassicurante e certamente fuori luogo.

Il mostro acceca con news costruite ad hoc da chi vuol trarne solo vantaggio, potere a discapito dei più deboli, degli ultimi, di quelli facili da stigmatizzare e da affondare. Il Mar Mediterraneo ne è probabilmente il maggior testimone.

Che cosa si può fare allora per evitare che il passato si ripeta?

Che cosa si può fare per affermare saldamente i veri e i giusti principi democratici che per più di sessant’anni ci hanno garantito pace e stabilità?

Cosa possiamo fare noi “buonisti” per invitare a studiare un po’ di più, per incoraggiare ad osservare meglio il mondo e a comprenderne a fondo ogni cambiamento e vero problema?

Tanto. Tantissimo. Perché la storia ci ha insegnato e noi abbiamo il dovere di imparare e di non ripetere gli stessi errori, gli stessi orrori. Mai più lager, mai più gulag, mai più genocidi di esseri umani.

Eppure ce ne stanno ancora, eppure ci sterminiamo ancora l’un l’altro, eppure c’è ancora chi reagisce con una “faccina” sorridente e sarcastica a post commemorativi, a immagini di gente inerme in mezzo al mare, a foto di donne dallo sguardo traumatizzato perché fuggite da torture inimmaginabili e sopravvissute contro ogni previsione.

Oggi, non è più Mussolini che temiamo, non sono più quelli come lui a farci paura.     Oggi quello che ci terrorizza di più è l’ignoranza (sempre più diffusa a mezzo internet), il sonno della conoscenza, l’alterata percezione della realtà e le nuove, insidiose forme di fascismo che ne conseguono.

Si! C’è ancora decisamente tanto da imparare e da fare. La domanda è: ci riusciremo?

Per iniziare, noi di SoloquanTonevica abbiamo deciso di dar vita a questa nuova campagna social chiamata #FascismOut per cercare di contrastare il mostro sotto ogni suo aspetto all’interno di questi nostri nuovi mondi, aihmè, sempre più in declino.

Utopia?

Staremo a vedere.